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Nikhil Bhandari – Physico: il corpo femminile e i suoi segreti…

La galleria CO2 contemporary Art è l’unica galleria di Roma in cui catturare un po’ di cultura orientale. Ne fa il suo motore vitale, si nutre d’arte orientale fin dalla sua fondazione. Giuseppe Marino e Giorgio Galotti ricercano quei significati spesso dimenticati di una cultura che invece possiede le radici di ogni comprensione verso quel lungo cammino chiamato verità.  Il 28 marzo si è inaugurata la prima mostra italiana del giovane artista indiano Nikhil Bhandari curata da Graziano Menolascina. Una mostra fotografica dai grandi valori artistico - culturali. L’artista ci propone una fotografia studiata a priori con grande maestranza. Egli calcola la sua scena, pensata in ogni aspetto o particolare prima dello scatto. Il soggetto prediletto dall’artista è la donna. Il corpo femminile, analizzato e studiato con sensibilità visibile nei movimenti dolci e sensuali, è rappresentato come un supporto in cui vengono proiettate delle ombre, delle figure, dei paesaggi, degli uccelli.  Il nudo non è provocante ma attraente, è spesso confuso e si mimetizza con l’ambiente esterno. L’artista riesce a trasportarci di fronte a quel bivio che divide finzione e realtà. Talvolta i corpi assumono sembianze del tutto astratte. Il corpo, in quanto esserci, rimanda ad un significato senza meta, infinito, che va al di là del tempo, in un immagine trasformata e reinterpretata, in cui l’esserci non è più soltanto qua ed ora ma anche altrove. Il paradosso della presenza – non presenza, dell’io non-io, satura la volontà di libertà, di reazione e di denuncia da parte della donna, che ancora oggi, agli albori del XXI secolo, deve subire.

L’artista sottolinea la donna come oggetto, come modello chiuso, ma nello stesso tempo oscilla nella pura esaltazione del proprio gusto e della propria fantasia. L’immaginazione esaltata dall’artista è tutta in un semplice scatto fotografico, vede e cattura la realtà che sente e che respira. La donna, vista da Bhandari, denuncia le soppressioni subite, diventa il palcoscenico di una rivolta sociale e personale.  Scrive Nikhil Bhandari: “La nostra percezione è composta da molti strati che si sovrappongono ad altri strati di memoria. Alcuni sono precisi, altri flebili e altri ancora solo forme lontane. L’uso obbiettivo della fotografia, il catturare la realtà vista tramite i miei occhi e poi ricatturarla più e più volte finché l’osservatore che è in me non ne possiede una singola immagine che ne esprime i numerosi stati dell’esistenza”. Il pensiero di Bhandari rivela messaggi nascosti dell’Eros, si sente la sofferenza, la rabbia, la costrizione, l’abbandono e l’oppressione della donna ancora “schiava” dell’uomo e considerata merce talvolta scambiata, talvolta rifiutata e dimenticata. L’osservatore fatica nel delineare i contorni delle figure. Bhandari supera il limite imposto dal mezzo fotografico, va oltre la tecnica con un linguaggio che supera la singola forma.  Il suo nudo ci ricorda un po’ quello di Frima Toto nella molteplicità delle visioni del corpo, Ralph Gibson nel conferire ai soggetti un accento fantastico - surreale, e ancora Edward Weston nella ricerca sperimentale, nella varietà di motivi astratti, nel trovare angoli visuali e condizioni di esposizioni originali. Il suo racconto fotografico è sempre incentrato sulla figura femmine che cambia aspetto continuamente, si muove davanti ai nostri occhi, si carica di significati: “frame” di una vita vissuta. È da tener presente che l’artista non fa uso di ritocchi al computer, le opere sono il risultato di acuto senso della messa in scena e della perfetta padronanza del mezzo fotografico. La fotografia realizzata in bianco e nero è coś sobria, netta, concentrata ad esibire la sua nitidezza e trasparenza dello spazio.

Quella a colori esibisce maggior movimento, arricchisce l’opera creando un mondo palpabile in cui è possibile toccare con l’anima lo sguardo dell’artista, captarne i valori informativi con coscienza. Di grande impatto emotivo e di straordinaria fattura sono le opere: “Transmutation Within”, “Proportional Flaw”, “Unreceptive Memento” e “Black from Gataway”. La fotografia di Bhandari merita una notevole attenzione, questo giovane fotografo stupisce rivelandoci i secreti della sua arte lasciandoci sempre e comunque un pizzico di mistero.

Geoffrey Di Giacomo


Physico - Nikhil Bhandari

a cura di Graziano Menolascina

dal 28 marzo al 25 aprile 2008

Galleria CO2 Contemporary Art – Piazza di Spagna 9 - Roma

www.co2gallery.com

 

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