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Materia e spazio

Essere stata alla mostra “Lucio Fontana scultore” è stato essere su un  altro pianeta. L’esposizione si apre con le sue “Materia”, massi sferici scolpiti come “Concetti spaziali“ tridimensionali, che fendono e mutano nello spazio, ma allo stesso tempo lo inglobano, come fece Umberto Boccioni nella scultura “Forme uniche nella continuità dello spazio”. Installate su una piattaforma in discesa e illuminate da una luce rossa proveniente da un taglio della parete retrostante sembrano rotolare verso lo spettatore e proiettarlo in un ambiente extraterrestre. Coś si apre la mostra curata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM)  in modo stravagante, che prende spunto dall’esposizione tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova tra settembre e gennaio 2007, e che si propone di far conoscere il Fontana delle origini e non puntare su quello commerciale, quello dissacrante, quello discusso.

Proprio per questo motivo l’esposizione percorre le tappe dell’artista a ritroso presentando all’ingresso le opere scultoree che più ricordano i tagli e i buchi sulla tela, passando per i disegni e arrivando alle sculture in terracotta.  Nella prima sala il visitatore s’imbatte subito nel Fontana più noto, quello degli anni ’50 e ’60, con la presenza di sculture destabilizzanti, ma sempre riconducibili all’artista che noi tutti conosciamo: in bilico tra scultura, pittura, arte e  desacralizzazione di questa. Prima di raggiungere la sala monografica di Fontana, il visitatore incontra infine gli artisti che con lui sono stati in più diretto rapporto: Burri, Melotti, Manzoni, Castellani, Bonalumi, Gianni Colombo, Klein, Rotella, rappresentati da opere delle collezioni della Galleria e della Fondazione Fontana.

L’ installazione “Ambiente spaziale a luce nera” del 1949 separa la dua fasi della produzione dell’artista creando all’interno del box buio un ambiente immersivo in cui lo sguardo dello spettatore rimane incollato alla struttura di carta pesta fosforescente appesa al soffito, tanto leggera da  muoversi con semplici spostamenti d’aria, ma allo stesso tempo fortemente materica.  Nella sala successiva si retrocede quindi agli inizi della sua carriera: dalle statue dei primi  anni ‘30, ai lavori astratti del 1934,  qui conosciamo Fontana amante della terracotta, materia primordiale, del mosaico, tecnica arcaica, emerge l’anima argentina e allo stesso tempo barocca viva sia nel busto della moglie in terracotta che nel “Gallo d’oro e nero”  in mosaico..Il passato e il futuro dell’artista si incontrano si riassumono ne “L’atleta blu”, opera in cui c’è la figura, ma nella stessa materia plasmata esistono anche quei tagli, quegli squarci che caratterizzeranno la sua produzione tarda. L’artista si svela in tutta la sua essenza e attraversiamo il percorso che lo porterà a divenire il rappresentante dello Spazialismo.

Chiara Ciucci Giuliani


Lucio Fontana scultore

a cura di Filippo Trevisani

dal 17 febbraio all'11 maggio 2008

Galleria nazionale d’arte moderna, Viale delle Belle Arti 131 - Roma

www.gnam.beniculturali.it

 

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