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Christian Hocquet alla Galerie David Hocquet di Charleroi

Il 15 febbraio si è inaugurata la mostra personale dell’artista Christian Hocquet. È possibile, per gli amanti della vera pittura contemporanea, sbirciare nel piccolo Belgio e riscoprire il talento all’opera.  Hocquet guarda l’Uomo, lo osserva in tutti i suo aspetti, pura espressione: volti e mani che raccontano di una vita vissuta. Il significato diventa emblema del senso emotivo, forza nei movimenti e nei colori. I personaggi di Hocquet ci parlano, gridano l’odio, la sofferenza ma anche la passione e l’amore per poi ricadere nella drammaticità dell’evento. Questo espressionista belga ci mostra l’anima incenerita di persone che egli stesso incontra per la strada. Grande osservatore, meticoloso artista, Hocquet dipinge un mondo saturato da vizi umani, dalla collera, dalla debolezza, dall’odio, dal godimento sia carnale che non. Il popolo lo acclama e lo recita come salvatore dei più deboli.

Senza problemi l’artista, educato alla maniera dei vecchi maestri quali Goya, Rembrandt, Rubens e anche Toulouse-Lautrec, ci mostra in questa nuova personale il suo più vario itinerario artistico. Spazia dal bistrot, luogo prescelto come quotidianità popolare da analizzare, ad uno dei suoi temi preferiti e maggiormente apprezzato, la donna, che vista nelle sue poesie mentali, assume lineamenti corporali che eccedono la naturalezza evidenziandone i movimenti sensuali. E quanto è bella e sensuale nell’opera di Hocquet!  La figura femminile è per lui una fonte inesauribile d’ispirazione dovuta alla sua bellezza, da sempre intesa come l’oggetto di desiderio e simbolo delle emozioni umane. L’analisi dell’opera appare come un tuffo nella tradizione, uno sguardo alla contemporaneità non sempre tecnologica o performativa, rieducazione dello spirito alla scuola pittorica, coinvolgimento emotivo in un mezzo espressivo che sopravvive e continua nella sua metodica ma pur sempre varia osservazione del presente. Difficile non cadere nella trappola incantatoria di Hocquet: egli stupisce e fa stupire, gioisce e fa gioire, mostra senza dimostrare niente a nessuno, tranne che la vita ci sorride all’insegna della felicità apparente.

La sua è un’indagine del corpo in movimento o statico, incarnato nella sua espressività più immediata, ricostruita e, talvolta, inconscia. Il suo lavoro costituisce il perno mimetico e allusivo della contemporaneità tradizionale e sempre contenitore di chiavi di letture da interpretare con un acuto senso dell’osservazione.   Christian Hocquet è un’autodidatta alla ricerca di nuovi stimoli costanti, un uomo che l’Utopia chiamerebbe il “Don Chisciotte dell’era moderna”. Costantemente alla ricerca di se stesso, Hocquet è anche un viaggiatore solitario, si dissocia dalla società ma poi inevitabilmente ne ricade dentro. Si nutre dell’umanità più popolare, è schietto quanto un putto, è diretto e inconsapevole della sua troppa innocenza che purtroppo deve pagare.  Hocquet, uno degli artisti belgi più popolare del Nord Europa, soprannominato “Il fiammingo dei boschi”, credetemi, è da vedere! Se non in questa mostra, magari in Italia in un prossimo futuro.

Geoffrey Di Giacomo


Christian Hocquet

dal 15 febbraio al 22 marzo 2008

Galerie David Hocquet, Avenue de l’Europe 46,  B6000 Charleroi - Belgio

 

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