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Passeggiata a 11° centigradi

Roma, sabato 8 marzo, ore 17.30. Passeggio in centro sperando di imbattermi in qualcosa di indefinito che possa attirare la mia attenzione, qualcosa su cui puntare il mio (incerto) sguardo contemporaneo. Nei giorni addietro ho preso una cantonata, lo devo ammettere, ho perso tempo appresso ad eventi che suscitavano una certa curiosità ma che in definitiva non  meritavano approfondimento. Un po’ d’amarezza insomma e abbastanza demoralizzato. Eppure so per certo che l’ambiente artistico romano sta vivendo una concreta rinascita. Tante piccole e medie gallerie si inseriscono quotidianamente nel sistema che ha messo tempo ad ingranare la marcia giusta. Voglio dire:  troveṛ un posto degno di nota tra le tante occasioni. Non fosse altro per  il calcolo delle probabilità.  Infatti.  HOFFICINA d’ARTE è un piccolo spazio in via del Vantaggio che sin dall’ingresso si presenta in tutta la sua interezza.

Quattro muri perimetrali bianchi (magica “white box”) sul quale presentare i lavori selezionati principalmente tra artisti di provenienza italiana, americana e cinese. L’accoglienza è gentile, l’atmosfera familiare. Si nota che è una galleria che cerca di ritagliarsi la sua attenzione. Ultimamente ha partecipato all’evento del Freaky Friday (un venerd́ in cui molte istituzioni artistiche in città sono rimaste aperte fino a tarda notte) e dal 29 febbraio fino a fine marzo presenta una collettiva di diversi artisti. Lavori fotografici e non di diversa fattura e soggetto. Non sono numerosi ma quanto bastano per un locale di queste dimensioni. Penso che sia arrivato a fare visita  in una fase di transizione (tra un’esposizione terminata da poco e un’altra in arrivo) perché sa tutto un po’ di precario. Non ci sono informazioni utili sulle opere né sugli autori né sulla sede e tutto è demandato alla conoscenza, gentilezza e professionalità di un’assistente. Un modo carino, sicuramente, che fa entrare subito in contatto con le anime della galleria ma continuo a pensarla alla vecchia maniera: datemi anche la possibilità di fare da solo, senza dover chiedere! Forse ha aperto da poco e ancora deve correggere il tiro. No. E’ aperta da circa due anni. Ha anche  alcune esposizioni importanti all’attivo come “Sergio Lombardo – Gesti tipici”, del quale sono rimaste delle opere nella collettiva prima citata. Artista che fa ricerche in ambito pop tra il ’61 e il ’64 per poi approdare nell’ambiente della “Scuola di Piazza del Popolo”. A novembre 2007 inoltre è stata la sede dell’evento lancio di Artingenua Start, Concorso Internazionale di pittura, scultura e fotografia per giovani artisti.  Ma mi piace, non so ancora perché ma mi piace. Nonostante le mancanze, nonostante ( in questo momento) non offra una proposta culturale allettante e valida, ci vedo delle potenzialità. E non le classiche potenzialità riscontrabili anche in un semplice locale vuoto in zona centrale. Mi ripropongo di tornarci, magari in un momento in cui la situazione sia più definita per vedere se c’ho visto giusto. Intanto me la segno.  EMMEOTTO, invece appare una galleria completamente differente. Dista pochi passi dalla prima e si trova in una strada che a Roma ha fatto epoca (e che oggi pare in grande spolvero): Via Margutta. Mi colpisce il suo ingresso, ben visibile ma che nasconde lo spazio interno, e il manifesto della mostra che si sta tenendo nei suoi locali: Pino Pascali – Disegni per la pubblicità. Di questo artista si sa già un bel po’. Nome famoso, di richiamo. Eppure questa galleria lo presenta (fino al 30 aprile 2008) in una veste nuova, forse quella meno conosciuta, quello di disegnatore pubblicitario in tempi in cui la pubblicità stava nascendo ed ogni cosa era una scoperta. Passa in rassegna l’attività di Pascali nel campo della creazione di filmati pubblicitari per il cinema e soprattutto per la televisione. Sono troppo giovane, d’accordo, ma riesco a percepire anch’io l’atmosfera da Carosello che si respira osservando i suoi lavori. E’ un giusto tributo, confezionato benissimo (allestimento a cura di Franco Ziliotto), ad un autore che mostra la sua inclinazione all’ironia, alla fantasia e alla manualità.

Emmeotto è aperta dal 2006 e sa già il fatto suo. Alcune monografiche importanti alle spalle:  Giulio Turcato, Giuseppe Capogrossi, Mario Ceroli. Merito ovviamente di chi la guida. Si propone come spazio multifunzionale, dove ovviamente sono le mostre a fare da padrona, ma dove sono in programma anche proiezioni video e presentazioni di libri. Un polo insomma. Un luogo recettivo, aperto ai vari aspetti dell’ambiente artistico contemporaneo. Ottima Galleria, qui le potenzialità sono espresse tutte.  Quello che mi colpisce e chi mi ha spinto a parlare delle Gallerie che ho deciso di visitare è la semplicità che esse propongono. Un modo diretto  (non tanto nuovo) di affrontare il tema dell’arte. Nella maggior parte dei casi si tratta di istituzioni agili, che devono rendere conto solo a loro stesse, indipendenti – l’altra faccia della medaglia è il problema delle risorse economiche- che si offrono al loro pubblico senza pretese e a titolo gratuito. Sono votate alla sperimentazione e di conseguenza pescano a piene mani nel bacino dei giovani artisti. Sono attente ai nuovi orizzonti e spesso ne aprono di altri concorrendo coś in modo decisivo allo sviluppo dell’arte sempre necessario. Rappresentano le basi sulle quali si fonda e si espande l’arte contemporanea. Mi fa piacere che anche a Roma finalmente si possa affrontare seriamente questo discorso che, fino a poco tempo fa, sembrava essere adatto solo ad altre realtà europee. L’arte contemporanea torna a parlare un po’ italiano.

Fabrizio Manzari


Galleria Hofficina d'arte via del Vantaggio 3 - Roma

www.hofficinadarte.com

Galleria Emmeotto via Margutta 8 - Roma

www.emmeotto.net

 

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