Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

AES+F - Russi in mostra a Roma

14 ragazze. Sette di loro sono assassine. Le altre sette sono innocenti.  E allora chi di loro  è un’assassina, e chi no? Tocca a noi deciderlo.  Questo è il giallo nel quale il visitatore, appena entrato al Macro Future, bella e spaziosa sede sperimentale del Museo d’arte contemporanea di Roma, viene coinvolto. Una serie di ritratti di 14 ragazze, tra gli 11 e i 14 anni, fotografate su uno sfondo neutro, alcune di loro imprigionate per un omicidio giudicato dalla corte come “non motivato”, e altre invece innocenti.  Le protagoniste del progetto rimangono anonime, facendo avvicinare lo spettatore alla frustrazione nel tentativo di distinguere tra assassina e innocente. Non c’è nessun dettaglio che le tradisce.   La descritta opera “suspects - sinners and righteous” fa parte della mostra del collettivo artistico russo AES+F, o meglio Tatiana Arzamasova, Lev Evzovitch, Evgeny Svyatski con la collaborazione del fotografo Vladimir Fridkes, al quale Macro dedica una retrospettiva dei loro ultimi 10 anni di attività artistica. I  progetti di AES+F sono numerosi e comprendono fotografie, videoistallazioni, sculture e anche performance. Il più famoso di tutti è forse “Last Riot” e chi è stato nel padiglione russo della 52. Biennale di Venezia sicuramente se lo ricorderà. Bambini e fanciulli efebi che combattono tra di loro con spade gigantesche e pesanti armi da fuoco, che i loro fragili corpi in un mondo reale  nemmeno potrebbero reggere. I loro volti non mostrano alcuno sforzo o emozione.

L’atmosfera è quella di un videogioco, le scene sono ambientate su paesaggi  artificiali e nonostante non ci sia né sangue né dolore, le opere hanno un impatto violentissimo.  “Last Riot” è un lavoro piuttosto complesso, numerosi sono i riferimenti all’arte europea barocca e  ottocentesca: L’impostazione caravaggesca delle scene che fa venire in mente immediatamente capolavori come il “Narciso”, “La Deposizione” e anche opere di Delacroix, la forma tonda di alcune tele e i tratti perfetti, efebi degli adolescenti che potrebbero essere figure saltate fuori da libri di mitologia greca. Un'altra opera esposta, intitolata “Rich Boy”, racconta in un foto-collage degli  episodi della vita di un ragazzo, dalla faccia triste e pallida che avrà circa  dieci anni. Indossa abiti eleganti, viene portato in giro con la Rolls-Royce, porta un enorme Rolex al braccio e gioca con delle pietre preziose.  Non sarà stato difficile capire allora che gli eroi, protagonisti, rei, vittime e personaggi prediletti di AES+F sono sempre bambini.

Bambini che imitano gli adulti nei loro compiti e ruoli, confrontati con i loro problemi sociali e politici. Ma forse non si tratta nemmeno di un’imitazione ma è soltanto la rappresentazione di una nuova generazione che è costretta a crescere in fretta  e invece di giocare con le bambole impara l’uso delle armi da fuoco. Bambini lasciati soli dai genitori troppo impegnati negli affari, che come ricompensa per la loro assenza ottengono ogni oggetto di lusso desiderabile che di certo peṛ non corrisponde alle loro vere esigenze. Bambini che a 12 anni commettono un omicidio per motivazioni incerte. Tutti temi attualissimi se vogliamo. Allora c’è da aspettare un nuovo progetto da parte del collettivo sulla gravidanza di minorenni? Siamo curiosi.

Francesca Zedtwitz - Arnim


AES+F : “Il paradiso verde…”

a cura di Olga Sviblova

dal 16 febbraio al 27 aprile 2008

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO Future,  piazza Orazio Giustiniani 4 - Roma

www.macro.roma.museum

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed