Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Curatori contemporanei

Giunta nel bel mezzo del flusso di gente che  inondava l’inaugurazione tenutasi il 5 febbraio 2008, alla Temple University, ho sentito stringermi da un abbraccio impetuoso all’altezza delle gambe. Chinato lo sguardo, tra il muoversi svelto della gente adulta, scorgevo una sorridente bambina di cinque anni. Prendendomi per mano entusiasta, diventava il Cicerone della mia visita alla galleria. Esprimendo in maniera schietta e diretta le sue impressioni e il suo parere sulle varie opere esposte, la dolce vivace bimba ha dimostrato di avere un’idea chiara sulle opere presenti, manifestando un suo gusto estetico molto genuino. Non si stancava mai di girare tra la gente e decideva senza un ordine coerente, senza seguire un percorso impostato, le opere da mostrarmi svelando, in tal modo, delle precise preferenze. Attirata fortemente dalla tavola con peli umani di PH.ON ha scelto, ridendo, di iniziare il nostro percorso da questa opera dal sapore duchampiano. Indicava col dito le varie immagini che, con fantasia, scorgeva nella massa pittorica di una tela definibile, a prima vista, informale ovvero la seconda opera scelta e passata in rassegna di Federico Pietrella. L’installazione interamente in cartone di Valentino Diego suscitava la sua  più profonda ammirazione. A incrementare il suo interesse, molto probabilmente, contribuiva il fatto che essa veniva esposta in maniera da risultare più fruibile dal punto di vista di una bambina. L’opera posta sul pavimento, oltre ad essere a lei materialmente più vicina rispetto a un quadro affisso in alto sulla parete, ha dimostrato di poter richiamare alla mente di un bambino le costruzioni infantili spesso erette sui pavimenti delle loro camere. Forse per questo motivo la nostra protagonista, di fronte a tale  maestria, studiava con incanto l’esperimento artistico, come se lei stessa progettasse di riprodurlo in altra sede. Tra le numerose opere presenti da lei indicate rimaneva in disparte P&P di Giuseppe Pietroniro e Alessandro Piangiamore. Questo mi ha fatto pensare. Perché quest’ultima non veniva menzionata e colta dalla mia guida? Grazie al contributo dato da queste direttive sono giunta a carpire meglio la differenza tra le opere più facilmente avvicinabili e adocchiabili e quelle che presuppongono un ulteriore riflessione per la loro completa comprensione. Questa infatti si distingueva dalle altre per un buon motivo, presentava una spiccato carattere concettuale.  Questo rende P&P una delle opere presenti più interessanti, degna di nota. In cosa consiste l’opera?  Cartoline recanti la sigla P&P si trovano alla mercè del visitatore, il quale viene invitato ad appropriarsi del volantino recante alcune frasi. Oltre a stimolare l’interazione fisica del fruitore, di memoria “Fluxiana”, trapela, nel suo complesso progettuale, una forte tendenza concettuale. La creazione di una società di servizi apparentemente fittizia, che annuncia sarcasticamente di voler soddisfare le esigenze del cliente con prezzi soddisfacenti, è il messaggio principale dettato dal volantino. Solo dopo un’attento sguardo ci si accorge del numero telefonico(questa volta vero, come ho potuto constatare di persona) dei due artisti riportato in basso del volantino.  Si suppone dunque che il contenuto dell’annuncio possa essere vero e proprio progetto artistico pronto a coinvolgere interattivamente  chiunque decida di chiamare quel numero. Si pụ definire l’interessantissima collettiva, curata da Lexi Eberspacher e Shara Wasserman,un panorama, esaustivo e completo, sulle nuove ricerche di artisti contemporanei romani. Tra le partecipazioni enumeriamo i seguenti artisti non citati precedentemente: Stanislao Di Giugno, Alessandro Sarra, Corrado Sassi, Guendalina Salini, Pietro Ruffo, Goldiechiari, Andrea Salvino. Grande apprezzamento per la capacità dei curatori di accostare intelligentemente diverse forme d’arte: all’interno della galleria trovano posto tele, installazioni e video. Le curatrici artefici si sono distinte in passato nella realizzazione di altri eventi. Shara Wasserman presenta da curatrice un ricco e variegato curriculum che comprende eventi legati al cinema sperimentale, fotografia attuale, Media Art e collettive di artisti provenienti dall’estero operativi nelle accademie romane. Lexi Eberspacher ha dimostrato le sue grandi capacità, sia per la scelta strategica di luoghi d’ambientazione, sia per l’efficienza organizzativa, ma soprattutto per la scelta mirata, direi molto azzeccata, di artisti contemporanei, da quelli più affermati a quelli ancora emergenti. Ricordiamo infine, a tale proposito, il rilevante contributo della curatrice nella messa in atto della grande occasione in cui abbiamo avuto l’opportunità di vedere le proiezioni di luce, di Jenny Holzer, su castel Sant’Angelo e altri siti del centro storico di Roma. Per concludere si osserva che questa metodologia espositiva basata sulla cooperazione di più curatori è sempre più diffusa nell’ambiente dell’arte contemporanea italiana.

Eugenia Battisti


Esplorazioni nell’arte contemporanea a Roma

dal 5 febbraio al 1 marzo 2008

a cura di Lexi Eberspacher e Shara Wasserman

Temple University, Lungotevere Arnaldo Da Brescia 15 - Roma

www.temple.edu

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed