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Avaton

Colpo d’occhio assicurato nell’ultima opera di Nunzio. Uno spazio, quello della Galleria dell’Oca, completamente trasformato da una strana barriera fatta di piccoli elementi in legno. Non avevo mai visto nulla di suo e, sinceramente, lo conoscevo solo per sentito dire. Nunzio Di Stefano è uno scultore dell’ambito romano. Studia infatti all’Accademia di Belle Arti di Roma, come allievo di Toti Scialoja. All’inizio lavora con altri giovani artisti nell’ex pastificio Cerere. Da allora ha fatto grandi passi avanti, divenendo una personalità di spicco anche in campo internazionale.

La sua prima mostra personale risale al 1981 e in seguito partecipa a vari collettivi, a Roma, Milano, Parigi, New York e alla Biennale di Venezia, dove riceve un importante riconoscimento. Legno, gesso e piombo sono, da sempre, i suoi materiali privilegiati, come privilegiato è il rapporto tra forma e, appunto, materia. Una continua ricerca di equilibrio si traduce in superfici spoglie, molto essenziali, che danno al tutto un carattere concettuale. La luce e lo spazio, poi, fanno il resto. Ed ora veniamo al nostro ‘muro di legnetti ’. Avaton si presenta a prima vista proprio coś. Inizio quindi a girare intorno all’opera indagandola da vicino e scopro che non è affatto regolare come sembra. Anzi, forse l’unico aspetto regolare è la netta divisione del fronte dal retro: i piccoli pezzi di legno sono infatti combusti solo da una parte, mentre dall’altra sono lasciati al naturale, oppure semplicemente colorati (la combustione ha sempre interessato il nostro artista). Sento l’odore forte della materia.

L’opera coinvolge lo spettatore in tutti i sensi. Crea uno spazio nuovo, con i suoi 2 metri di altezza e ben 7 di lunghezza, curva e profonda 1,60 metri. Ma quello che più sorprende è la pesantezza solo apparente di Avaton: infatti la grande scultura è costruita su un gioco di pieni e vuoti dato dai singoli elementi disposti in modo da lasciare tanti piccoli fori col risultato di una struttura reticolare. Un contrasto di concavità e convessità, ma anche di monocromia e policromia.  E’ l’insieme a colpire il mio sguardo, e al contempo esso è attratto dagli infiniti particolari e dalle numerosissime angolazioni che soddisferebbero il punto di vista di ogni spettatore. Aspetto la prossima occasione per vedere dal vivo altri lavori ‘materici’ di Nunzio, visto che, come si legge nel comunicato stampa, una scelta di opere di una collezione privata è visibile in Via della Mercede, ma è “..riservata a cultori della materia, solo su appuntamento”. Bisognerebbe capire se per ‘cultori della materia ’ si intende anche noi, semplici studenti di storia dell’arte…Nunzio.

Antonio Pizzolante


Avaton

dal 21 novembre 2007 al 1 marzo 2008

Galleria dell’Oca, Via del Vantaggio 46a - Roma

www.galleriadelloca.it

 

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