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RUBRICA | Impertinenze

Un 'trittico' di buon senso

Il buon senso dovrebbe guidare ogni azione, anche quando si corre il rischio di mercificare un’opera che, oltre al valore artistico, racchiude in sé la memoria storico-religiosa di una piccola comunità. 
Da poco più di una settimana, tornando nel mio paese, Noepoli, piccolissimo comune lucano, sono venuta a conoscenza di una storia a dir poco singolare. Nell’aprile del 1969, un bassorilievo scolpito su pietra marmorea raffigurante una Madonna con bambino e due angeli, fu fatto rimuovere dal suo luogo d’origine dal parroco don Giuseppe Santulli. Si tratta probabilmente della parte centrale di un trittico, opera di autori ignoti, risalente al 1400 circa, resto archeologico dell’ex Convento di Santa Sofia dei Basiliani, poi collocato nel muro della navata sinistra della Chiesa Madre di Noepoli.
Il trittico, il cui valore era stimato all’epoca sui 14 milionil di lire, fu spedito a Roma, dove cadde in mano di mercanti di ignota identità. Il fatto suscitò lo scalpore e l’indignazione degli abitanti di Noepoli che si tradussero in una denuncia anonima alle autorità competenti che, immediatamente, provvidero al rientro dell’opera nel luogo d’origine. Il parroco, vedendo ormai tramontato il progetto di vendere il trittico, quasi per ripicca nei confronti dei nojesi, non fece ricollocare l’opera nella chiesa, ma la pose a terra tra alcuni resti abbandonati, nella cappella ubicata fuori dal centro abitato. Quindi, attraverso un’opportuna documentazione fotografica, denunciò al ministero lo stato di degrado in cui versava quell’opera di inestimabile valore, causato dall’incuria dei parrocchiani. Perciò nel 1969, il trittico fu assegnato, e questa volta 'legalmente', alla chiesa di S. Maria di Potenza, all’insaputa dei nojesi. Seguirono manifestazioni di protesta pacifiche affinché il parroco, orientato ad uno spirito tutt’altro che 'francescano', venisse trasferito, e la costituzione immediata di un comitato permanente ‘pro recupero trittico’. 
Solo dopo ventinove anni, grazie alla cooperazione dell’amministrazione comunale e dell’attuale parroco, l’opera è stata restituita alla sua comunità. Il 26 luglio scorso, è stato emozionante assistere all’evento, incrociare gli sguardi e il sorriso di coloro che lottarono sin dall’inizio per riavere l’opera, riconoscendone l’alto valore artistico e la carica devozionale. Ora le anziane signore potranno ritornare ad inginocchiarsi davanti la bella immagine della Vergine, sperando e  magari ‘pregando’ che nessun altro parroco, privo di buon senso, si affacci all’orizzonte.

Carmela Rinaldi

 

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