Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

SPECIALE | Roma. The Road To Contemporary Art 2010

Ha ormai smontato i suoi stand da qualche settimana e, con un minimo di prospettiva, le sono state confermate da più fronti le impressioni della prima ora: la terza edizione di Roma. The Road to Contemporary Art, voluta con caparbietà da Roberto Casiraghi (“ex patron” di Artissima), ha chiuso con un bilancio abbastanza positivo.

Rispetto al flop dello scorso anno ci sono stati diversi cambiamenti: si è cercato di esorcizzare nuovamente il solito binomio “fiera d’arte/capannone da fiera”, ma in maniera diversa.
Non più un’eccessiva dislocazione degli stand in diverse sedi, ma la scelta di un unico spazio al MACRO Testaccio; non più un (troppo forzato?) dialogo tra la contemporaneità e l’antico con l’uso di luoghi dalla forte connotazione storica, ma la scelta di un simbolo della rinascita culturale romana grazie al coinvolgimento dei suggestivi spazi di archeologia industriale de La Pelanda, recentemente ristrutturati.
Mantenendo, nonostante tutto, il già collaudato format di evento, luogo di incontro e discussione dalla fitta programmazione di attività e mostre collaterali, dentro e fuori gli spazi fieristici.
Probabilmente la differenza principale è avvenuta nella scelta strategica di concentrare questo appuntamento all’interno del weekend di inaugurazioni del MAXXI e degli nuovi spazi del MACRO: una concomitanza di eventi che ha visto approdare nella città capitolina un importante numero di addetti al settore, vip e collezionisti.
Certo, di bollini rossi sotto le opere d’arte non se ne sono visti molti: la crisi economica c’è eccome, incombe ormai da qualche anno sul mercato internazionale, figuriamoci in un circuito più provinciale come quello di The Road (presenti 67 gallerie di cui soltanto 13 straniere).
Ecco allora che l’installazione del duo svizzero Glaser-Kunz per la Galleria Gagliardi (San Gimignano), con la loro coppia di barboni-fantocci (Senza Titolo, 2010), sembra trasformarsi in un’inquietante riflessione sulla nuova povertà emersa con la crisi degli ultimi anni…


Glaser-Kunz, Senza Titolo (2010) - Galleria Gagliardi

Ma, come scrive Adriana Polveroni in un bel libro pubblicato lo scorso anno (Lo Sboom. Il decennio dell’arte pazza tra bolla finanziaria e flop concettuale), in tempi critici le fiere vanno fatte per far vedere che si esiste, e si resiste.
Da questo punto di vista di “resistenze” interessanti, più emergenti che veterane (ovvero le gallerie attive da meno di quattro anni appartenenti alla sezione Start-up), ce ne sono state un bel po’ e tutte orientate verso lavori fotografici: la Poggiali e Forconi (Firenze) con J&PEG e David Bramante; la Weber & Weber (Torino) con Roberto Kusterle; la MARTE (Roma) con Sylvie Romieu; Camera16 Contemporary Art (Milano) con Irina Ionesco; interessante lo stand della Cà di Frà (Milano) non tanto per la scelta degli artisti (Araki, Ghirri e Fontana) quanto per l’allestimento dello spazio espositivo fatto con sobrietà e coerenza.


Roberto Kusterle, L'inganno di Narciso (2006) - Galleria Weber & Weber

Menzione a parte per un’altra galleria emergente, la Marie-Laure Fleisch di Roma: aperta nel 2009 si è distinta subito grazie ad una promettente programmazione dedicata espressamente ad opere su carta; uno dei premi più importanti promossi all’interno della fiera, il Premio Giovani Collezionisti Roma, è stato assegnato ad un artista della loro scuderia, il libanese Ali Kaaf (allievo di Rebecca Horn) grazie a Ras Ras (2009-2010), un incredibile lavoro su fotografie in b/n alterate per combustione che abbracciano una dimensione sospesa tra astrazione e figurazione, identità e smarrimento.



Ali Kaaf, Ras Ras (2009-2010) - Marie-Laure Fleisch Gallery

La presenza all’interno della fiera di diversi premi, istituzioni e fondazioni per l’arte contemporanea (senza contare il settore dell’editoria, quest’anno ricco di proposte interessanti, tutte made in Italy e con stand a volte più suggestivi e creativi di quelli galleristici…) solleva un aspetto interessante che Pier Luigi Sacco, in un articolo apparso il 30 maggio su Il Sole24ORE, rimanda alla necessità di oltrepassare il concetto di mecenatismo per concentrarsi su investimenti più intelligenti nei confronti della cultura contemporanea italiana, come ad esempio i premi che sono (o meglio, dovrebbero essere…) sostenuti da criteri di giudizio più scientifici ed oggettivi, meno arbitrari ed auto referenziali.
Appuntamento per la prossima edizione a maggio 2011, stessa spiaggia stesso mare: con la speranza però che la spiaggia ci riservi nuovi spazi recuperati dalla splendida archeologia industriale dell’ex-Mattatoio, e che il mare sia un po’più affollato, soprattutto di presenze internazionali.

Valentina Fiore


27 – 30 maggio 2010
MACRO Testaccio / La Pelanda,
Piazza Orazio Giustiniani 4 - Roma
www.romacontemporary.it

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed