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Lara Almarcegui


Calcinacci di costruzione dello spazio, Pastificio (2011), foto: Cinzia De Nigro

Per la sua prima personale italiana, Lara Almarcegui (Zaragoza, 1972) presenta due lavori: Guida alle aree abbandonate del fiume Tevere, 12 spazi deserti che attendono le Olimpiadi del 2020 di Roma (2011) e Calcinacci di costruzione dello spazio, Pastificio (2011).
La ricerca dell’artista è incentrata sulla relazione tra l’architettura e l’urbanismo con una particolare attenzione alle aree abbandonate delle città in cui viene invitata a realizzare dei progetti espositivi.
A Roma, l’artista ha individuato dodici siti appartenenti alla zona limitrofa del Villaggio Olimpico ( nelle aree dell' Acqua Acetosa, Tor di Quinto e Saxa Rubra) che dovrebbero essere coinvolti nel progetto “Roma 2020” (candidatura italiana alle Olimpiadi del 2020).
Il risultato è una vera e propria mappa di quelle aree che sono rimaste disabitate ed escluse da qualsiasi piano di riqualificazione urbanistica, la Guida pertanto diventa da una parte uno strumento di conoscenza e approfondimento, dall’altra una documentazione preziosa nel caso tali luoghi dovessero cambiare la loro destinazione d’uso (qualora, ad esempio Roma riesca a vincere la candidatura per i giochi olimpici).
Queste guide sono disposte su un tavolo di legno nella prima sala espositiva della Fondazione e disponibili per chiunque volesse prenderne una copia.
Da una riflessione macroscopica sulla città dell’esibizione incentrata sull’area a nord –est del Tevere, si passa ad una prospettiva improvvisamente più vicina: la sala principale della Fondazione è letteralmente inondata da metri cubi di mattoni, ghiaia, sabbia e cemento. L’enorme cumolo di macerie, che ostacola l’ingresso ai visitatori, è il risultato di un preciso calcolo dei componenti necessari alla costruzione della sala stessa. Una decostruzione del luogo espositivo ma anche una sua proiezione nel futuro: i calcinacci potrebbero essere riutilizzati per una nuova costruzione.Con Calcinacci di costruzione dello spazio, Pastificio, lo spettatore è così proiettato idealmente in tre diverse temporalità: passato, presente e futuro di una specifica architettura (in questo caso quella della  Fondazione).
Nonostante la spettacolarità di quest'ultima installazione, la mostra nel suo complesso offre una possibilità di riflessione sull'importanza che riveste la consapevolezza di conoscere i luoghi in cui si vive.

Claudia Cavalieri



Lara Almarcegui
a cura di Vincenzo De Bellis
dal 10 novembre 2011 al 7 gennaio 2012
Fondazione Pastificio Cerere, Via degli Ausoni 7 - Roma

www.pastificiocerere.it

 

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