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Avish Khebrehzadeh - Whispers in the Ears of Silence and the Wind


WishTree
(2011), courtesy Galleria S.A.L.E.S.

In un lungo pomeriggio di pioggia fitta nella caotica città di Roma trovo rifugio nello spazio della galleria S.A.L.E.S dove ad attendermi c’è il meraviglioso mondo di Avish Khebrehzadeh (artista nata a Theran che vive e lavora a Washington); un mondo pieno di vitalità ma allo stesso tempo di quiete nel quale abbandonarsi per scoprire, attraverso l’immaginazione e l’ascolto del «silenzio interiore», storie, sogni e grandi verità.

Nella sala principale della galleria tre carte intelate di grande formato raffigurano alberi imponenti e maestosi, ognuno detentore di un segreto custodito con eleganza. Tre grandi alberi che trasportano idealmente lo spettatore al centro di una foresta incantata dove non ci sono più certezze ma suggestioni ancestrali ed emozioni da decifrare.The One Tree è a matita su fondo bianco. Pochi ed essenziali contorni delineano l’albero in uno spazio bianco, che è uno spazio “sacro” e non realistico. The One Tree, infatti, nella sua espressione fiera e saggia rappresenta l’albero della vita, un simbolo dell’uomo, del suo percorso, della crescita, del bene e del male, ma anche del cosmo e della ciclicità del tempo.
Wish Tree raffigura un luogo sacro nel quale raccogliersi in preghiera e chiedere allo spirito della natura la realizzazione dei propri desideri e speranze con una offerta votiva: le stoffe attorcigliate sui rami dell’albero. Le stoffe, che ricordano dei fiocchi colorati tra le ciocche dei capelli, sono un vivace tocco di colore nel disegno scuro che mantiene un velo di malinconia.


Dogwood Tree II
(2011), courtesy Galleria S.A.L.E.S.

Dogwood è invece la rappresentazione, su tre pannelli, di un grande albero fiorito che si staglia su uno sfondo non più neutro. La luminosità dello sfondo giallo si irradia con forza imprimendo nell’immagine un sentimento di serenità e armonia. Dogwood è l’albero tipico di Washington, pertanto allude al legame dell’artista con la sua città adottiva.
Khebrehzadeh in queste opere svela il profondo legame dell’uomo con la natura e invita, attraverso un linguaggio essenziale ma dalle grandi capacità espressive, a riscoprire le emozioni profonde nella semplicità delle cose.



Theater III + Edgar (2010), courtesy Galleria S.A.L.E.S.

Nella piccola sala l’esposizione prosegue con la video animazione Edgar proiettata al centro di un dipinto a olio su gesso e legno intitolato Theater III, che raffigura la sala di un teatro. Quando le immagini vengono proiettate illuminano come per magia anche il dipinto (la sala teatrale) che invece ritorna al buio quando l’animazione si conclude; tale espediente evoca un teatro quando cala il sipario. Sullo schermo scorrono disegni essenziali che si animano per raccontare fiabe e antiche storie dal sapore medio-orientale, vicine al mondo personale dell’artista ma anche a quello dei sogni e che diventano per lo spettatore delle vere rappresentazioni teatrali. Le storie narrate hanno una trama semplice e veicolano poche informazioni visive così che lo spettatore è chiamato a intervenire attivamente con la propria immaginazione per dare loro un senso.

I disegni preparatori della video animazione Edgar sono realizzati su carte semitrasparenti sovrapposte: il disegno nel foglio superiore si completa con la rappresentazione che emerge in trasparenza dal velo sottostante in un gioco di sfumature e gradazioni.


Edgar 12 (2010), courtesy Galleria S.A.L.E.S.

Il segno di Avish Khebrehzadeh è fortemente espressivo proprio per la sua capacità di evocare con pochi tratti essenziali figure, storie e sogni; attraverso l’eliminazione del superfluo l’artista realizza immagini che guardano all’assoluto.

Ida Tricoli


Whispers in the Ears of Silence and the Wind - Avish Khebrehzadeh
dal 27 ottobre al 3 dicembre 2011
Galleria S.A.L.E.S., via dei Querceti 4/5 - Roma
www.galleriasales.it

 

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