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SPECIALE | MACRO e GNAM

Restyling per capire l'arte contemporanea. Nuova inaugurazione di due musei: MACRO e GNAM

Tante persone guardando l’arte contemporanea rimangono sorpresi e perplessi. E qualcuno si chiede che cosa sia quest’arte che viene oggi presentata in alcuni musei o gallerie. Un’arte che è necessario vivere per riuscire a penetrare nel suo spirito, che è necessario approfondire giorno dopo giorno per non esserne gradatamente esclusi.

Io stessa che creo, vivo e respiro l’arte contemporanea con gioia e passione, quando vado a vedere alcune particolari esposizioni un po’ dovunque, ho l’impressione che siano solo la rappresentazione di una certa parte del mondo che viviamo. Quella degli eccessi per suscitare sorpresa e per creare un scontro immediato.

L’impressione al primo impatto è che, per fare arte oggi, sia necessario dimenticare parole che appaiono prive di significati. Sapere, capire, intuire. Nessuno più le ripete, ma anzi fugge velocemente all’idea di dimostrare di conoscerle. E molte opere che vengono presentate nelle gallerie, sono rappresentative di quello che dico. Spesso sono solo ricerca dell’effetto. Per chiarire, il mio pensiero non è certamente un desiderio di ritorno al passato, ma un voler cercare la riflessione, lo studio, la conoscenza profonda del proprio lavoro.

Una nuova austerità? Forse è solo sufficiente allontanarci dall’improvvisazione. Forse dovremmo riscoprire il termine rigore. Quando ho cominciato a studiare e a fare arte, il termine (pieno di significati) più usato da tutti i miei insegnanti è stato, appunto, rigore. Al di là di quello che si vede nelle piccole e nelle grandi mostre, ci sono spazi espositivi più seri e … rigorosi. Il preambolo è stato fatto solo per parlare con un tono diverso di due ambiti studiati e meditati, il Macro e la GNAM.

Entrando al Macro, per ascoltare le parole del nuovo direttore Bartolomeo Pietromarchi, ho visto all’ingresso l’opera di Carsten Holler, vincitore del Premio Enel Contemporanea. Ha creato due giostre, sulle quali si può salire e scendere con facilità, mentre sulle pareti un gioco di strisce esalta un’illusione ottica. Avevo letto un’intervista fatta all’artista che dichiarava di essere fuori dallo 'star system' e di amare il Ghana e l’Africa occidentale, luoghi da cui riusciva a rigenerare la propria creatività. Inoltre, di fronte a una domanda specifica sulle tecnologie applicate all’arte, dichiarava di capire che sono fondamentali, ma che comunque la sua mano doveva concludere tutto. Mi è sembrata una risposta limitativa, con la quale ha dimostrato di essere uno degli ultimi profeti di un tempo ampiamente superato. Poi nella sala conferenze, il direttore del Museo ha parlato di iniziative che  propongono 'nuove idee'. 
Parole rassicuranti, che sembra portino verso ambiti auspicabili.


MACRO
, particolare dell'installazione di Carsten Höller, Double Carousel with Zöllner Stripes

Il MacroLab, un progetto di ricerca permanente dove artisti, critici, curatori, galleristi, collezionisti e pubblico possono interagire con le varie fasi della creazione contemporanea. E poi gli archivi, la didattica. L’impressione è quella di trovarci davanti alla trasformazione di un museo che raccoglie e propone arte contemporanea verso una nuova direzione. Tante le iniziative, tutte studiate con cura. Quella che ho ascoltato con più interesse, è stata la creazione di una videoteca da collocare all’ultimo piano della costruzione, dove è previsto anche un sito internet attraverso il quale fare ricerca.

Poi sono stata all’inaugurazione della 'nuova' GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Ho avuto l’impressione di un museo in grado di far capire, anche a visitatori stranieri, l’arte italiana sia antica che moderna e contemporanea. Un museo che sembra studiato per offrire il meglio di un periodo abbastanza recente, ma anche più lontano. Un progetto di ordinamento studiato con grande cura e capacità da un piccolo gruppo di curatori formato da Rita Camerlingo, Stefania Frezzotti, Massimo Minimi, Angelandreina Rorro e Barbara Tomassi.


GNAM
, inaugurazione del nuovo allestimento

L’impressione che si ha entrando è di grande ordine estetico. Rappresenta esattamente quello che avevo auspicato, il rigore. Tanti gli ordinamenti e le collezioni esposte. L’arte in Italia dopo la fotografia, dal 1850 al 2000, mostra fatta in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica. L’arte Povera, l’allestimento della sala che Palma Bucarelli (direttrice storica) dedicò a Pascali nel 1972. La Transavanguardia italiana, in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, con un progetto ideato e coordinato da Achille Bonito Oliva. E sempre a sua cura, la mostra Baruchello. Certe idee. Una grande mostra personale che attraversa le fasi dell’artista, dalla fine degli anni Cinquanta. Il nuovo ordinamento della Galleria prevede anche un’introduzione al Museo, tre settori cronologici e un gruppo di sale monografiche dedicate prevalentemente alle donazioni di artisti e collezionisti. Tutto l’insieme è talmente perfetto che non posso che dire, complimenti! Alla Direttrice Maria Vittoria Marini Clarelli e a tutti i suoi collaboratori.

 

Ida Gerosa

 

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