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Editoriale | Marzo 2012


Tamara Ferioli, IDOLA, 2011; installazione site specific
28 tronchi destinati al fuoco, 28 libri destinati al macero (enciclopedie), compasso in ferro dell’ 800, borotalco, sonoro. Photo: Alessandro Frangi.

Tamara Ferioli è nata a Legnano nel 1982. Dopo aver studiato all'Ecole des Beaux Arts de Lyon, si diploma presso il dipartimento di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Attualmente vive e lavora a Milano. Negli ultimi anni, la giovane artista milanese ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive, in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero.


Marzo: si torna alla normalità, alle vecchie, care recensioni, alle cronache dalla scena artistica romana che orbita attorno al circuito galleristico. Gli inviati – a loro modo speciali – di Sguardo Contemporaneo sono di nuovo in giro, incoraggiati anche dalla bella stagione che fa capolino:
la selecta marzolina prevede incursioni alla First Gallery (per la coppia Ester Grossi/Giulio Zanet), all' Ex Elettrofonica (per la mostra di Angela Marzullo), alla Fondazione Volume (con Ivan Navarro), alla Mara Coccia Arte Contemporanea (per la personale di Mario Sasso), a The Office (per l'esposizione di Luca Padroni), alla s.t. foto libreria galleria (per la personale di Elisa Abela).
Una track-list di tutto rispetto, assaggio delle tante mostre inaugurate in quest’ultimo periodo.

Si parlava di recensioni, di ritorno alla normalità: ma qual è la nostra ‘normalità’? Ce lo stiamo chiedendo da alcune settimane, dopo la fine di Nuova Gestione. Già nei mesi precedenti all’inaugurazione avevamo avuto la sensazione d’aver mosso qualcosa; ora, dopo i tanti riscontri avuti e le riflessioni a 'bocce ferme', abbiamo la certezza d’aver realizzato un progetto importante. D'altra parte non vogliamo nemmeno essere inglobati da Nuova Gestione – far coincidere l’identità di Sguardo Contemporaneo con il progetto –, ma intendiamo raccoglierne l’eredità e gli stimoli, proseguendo in questa direzione. Ci stiamo chiedendo come. Ogni progetto comporta investimenti di tempo, energie, risorse; e non è facile star dietro a un’attività che, forza di cose, non può essere il nostro impegno principale. Ma per tutti i componenti dell’associazione, Sguardo Contemporaneo rappresenta uno spazio per esplorare gli orizzonti che più ci attraggono, una piccola isola; e non pensiamo di abbandonarla, non adesso. L’obiettivo è quello di rendere Sguardo Contemporaneo un connettore: di idee, persone, progetti. Una piattaforma che offra stupore, che sia imprevedibile. E che in questa imprevedibilità diventi riconoscibile. A costo di ripartire da alcune domande di base: perché l’arte è spesso così lontana dai (bi)sogni della gente? Perché di fronte a un’opera d’arte difficilmente ci entusiasmiamo come capita con una canzone, un film o anche una partita di calcio? Cosa può appassionare le persone all’arte? Vogliamo metterci in ascolto e mettere in relazione energie e idee. È una questione etica, prima che estetica. Provare a essere ‘utili’, lasciare un segno. Seguendo e condividendo ciò che più ci ispira e ci meraviglia.

Saverio Verini

 

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