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Il (non) futuro della fotografia - Marco Giuseppe Schifano

Immaginare il futuro significa necessariamente pensare a nuove e avanzate tecnologie? Molti risponderebbero in maniera affermativa. Marco Giuseppe Schifano, il fotografo che espone allo Studio d’Arte La Margherita all’interno del circuito di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, ritiene piuttosto che sia il contrario. Per lui infatti concepire il futuro vuole dire soprattutto riallacciarsi al passato, eliminando quello che è stato reso troppo artificiale e contraffatto. Se il tema di quest’anno di FotoGrafia si incentra appunto sulla modalità con cui la fotografia può prevedere il futuro, Schifano - figlio d’arte - decide di dire la sua facendo temporalmente un passo indietro e utilizzando la pellicola fotografica al posto dell’apparecchio digitale. Il fotografo stabilisce dunque di non seguire la sempre più estrema manipolazione dell’immagine (benché non disdegni del tutto l’utilizzo di Photoshop) e di riprendere la fotografia ‘vecchia’, quella degli inizi del XX° secolo, per raccontare una natura simbolica e poetica.



Another World (2010). Courtesy Studio d’Arte La Margherita

Presenta in mostra scorci di Villa Doria Pamphilj e della Maremma toscana, paesaggi che devono il loro aspetto silenzioso e fisso all’apparente manto di neve che li ricopre. Apparente, però: è infatti il tipo di pellicola che Schifano utilizza, non un fenomeno climatico, a rendere in maniera così particolare il bianco delle piante. Si tratta della pellicola all’infrarosso, che reagisce in base alla temperatura del colore, rendendo il verde delle piante di un bianco diverso a seconda della maggiore e minore presenza di clorofilla. Un ‘trucco’ molto interessante, che inganna l’osservatore e gli ricorda quanto la tradizionale pellicola fotografica sia ancora capace di stupire e di generare immagini suggestive, al pari della strumentazione digitale.



My Favourite Things (2010). Courtesy Studio d’Arte La Margherita

Schifano vuole così declamare ad alta voce la dignità della pellicola fotografica, chiarendo come il suo utilizzo possa generare lavori di grande raffinatezza. Questo avviene in particolare con l’opera Green Leaves Of Summer, in cui rami e foglie di un albero rievocano dipinti giapponesi, contenenti una lirica della natura parimenti muta ed elegante. Gli scatti di Schifano rivelano senza dubbio una grande tecnica (come in My Favourite Things, che con destrezza mostra un’immobile distesa di terra che si contrappone a un cielo in movimento) e raccontano costantemente la capacità del mezzo fotografico tradizionale di avere più ‘sostanza’ della fredda tecnologia digitale, sotto i cui comandi tutto può essere ritoccato con facilità.



Green Leaves Of Summer (2010). Courtesy Studio d’Arte La Margherita

L’effetto d’insieme delle opere è affascinante; il gioco delle diverse gradazioni cromatiche dialoga con le pareti dello Studio, il cui colore nero dà evidente risalto agli scatti di Schifano. La sede espositiva è inoltre particolarmente interessante perché sorge al di fuori del centro galleristico di Roma ma fa del suo isolamento una forza, spiccando per lavori ricercati e ben allestiti.

 


Francesca Castiglia


Marco Giuseppe Schifano - Earth
dal 24 settembre al 24 ottobre 2010
Studio d’Arte La Margherita, viale Regina Margherita 103 - Roma
www.studiodartelamargherita.eu

 

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