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Lo spazio fluido di Lorenzo Maccotta

Mazara del Vallo è il primo capitolo di un progetto sul fenomeno migratorio, realizzato da Lorenzo Maccotta, fotogiornalista dell’agenzia OnOff Picture. Presentata presso lo spazio indipendente Mandeep Photography and beyond, la mostra è frutto di un’indagine sul campo portata avanti per circa tre mesi, lungo i quali il giovane fotografo ha attraversato e osservato da vicino la realtà di questa piccola città che si affaccia sulla costa siciliana occidentale. Se ad un primo sguardo gli scatti possono apparire di tipo documentaristico, il percorso suggerito dalle opere in mostra è in realtà molto più composito, sia nei contenuti proposti che nell’uso di linguaggi diversi ma coerenti tra loro. Le fotografie di Lorenzo Maccotta non vogliono sedurre con un’estetica facile e d’impatto e rivelano a un occhio più attento un interessante background nel quale si intrecciano maturità tecnica ed espressiva.



Acque internazionali. Un peschereccio al lavoro. Courtesy Mandeep

Fotografie, video e alcuni inserti di carattere concettuale compongono un percorso dietro il quale c’è un’attenta riflessione sul ruolo del fotoreportage e sui limiti che esso eredita dalla tradizione. Le immagini intendono rappresentare la variegata realtà culturale di Mazara, dove convivono molteplici etnie stratificate nel tessuto locale in tempi e modi diversi. Il filo conduttore è l’acqua, sia dove esplicitamente appare come elemento visivo (Acque internazionali. Un peschereccio al lavoro), sia quando è evocata dal contesto umano che ad essa è legato (Acque internazionali. Un operaio marittimo): l’acqua sta all’uomo come il movimento sta ai flussi migratori, il mare è la metonimia di un’esistenza che prende la forma dello spazio in cui transita. L’acqua del mare è l’elemento che trasporta le persone da un luogo all’altro ed è per i migranti il luogo del lavoro, delle attività connesse alla pesca e ai trasporti.  Pescherecci, circoli per operai marittimi, aree portuali, abitazioni private di operai, traghetti: questi alcuni dei luoghi osservati, attraverso i quali si racconta la vita di persone che vedono la loro quotidianità legata al mare. L’acqua del mare è anche il simbolo della perdita dell’individualità nello spazio del collettivo; lo stesso concetto è richiamato da un rettangolo di carta coperto d’oro, parte integrante del video La pantera che racconta un aneddoto riguardante l’appuntamento annuale al santuario di santa Rosalia a Palermo: qui i Rom portano in offerta il loro oro che viene fuso assieme come dono sociale alla patrona. Le immagini si susseguono presentando figure umane che sono porzioni dello spazio, elementi visivi tra altri oggetti; gli scatti intendono congelare il movimento e il tempo, evitando la narrazione.


Acque internazionali. Un operaio marittimo. Courtesy Mandeep

Se in alcune foto emerge l’aspetto psicologico dei personaggi ritratti (Mazara del Vallo. Dario Gasijan, Mazara del Vallo. Istituto comprensivo Paolo Borsellino), nella maggior parte dei lavori Maccotta  va oltre il sentimentalismo che la linea tematica del progetto potrebbe portare con sé. Forse gli inserti meno riusciti nel progetto espositivo sono quelli di carattere concettuale: due “fotografie visive” dove la didascalia diventa l’opera e il contenuto si trasferisce dal visivo al sonoro, attraverso la registrazione del parlato dei soggetti ritratti; il Curriculum vitae di Rejeb A.; la coppia di lavori costituita dal Circolo ricreativo per operai marittimi in pensione e da una serie di nove fotografie, che richiama il gioco pistolettiano dello scambio tra spettatore e oggetto artistico.
Nonostante Maccotta riesca bene nell’obiettivo di osservare la situazione andando oltre l’emozione del primo impatto, alcune fotografie presentano elementi poetici che impediscono al progetto di risultare freddo e rendono più sottile la bellezza di alcuni scatti.

Eleonora Capretti


Mazara del Vallo
dal 30 settembre al 30 ottobre 2010
Mandeep photography and beyond, Viale Scalo San lorenzo 55 - Roma

www.mandeep.itwww.fotoleggendo.it

 

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