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Christiane Löhr. Dilatare lo Spazio

 


Eckvlies, (velo d’angolo), (2010), courtesy Galleria Oredaria

Semi, ramoscelli, fiori e fili d’erba. Non siamo in un sottobosco. È la mostra personale di Christiane Löhr, eclettica artista tedesca, italiana d’adozione, dal titolo Dilatare lo Spazio, inaugurata il 2 dicembre alla Galleria Oredaria Arti Contemporanee. Le sue opere, piccole riproposizioni di elementi appartenenti alla natura, sono realizzate con materiali atipici, come crine di cavalli, semi di piante e fiori d’albero, essiccati e rimontati fra loro. Il risultato che ne deriva è un affascinante e personale lavoro, in grado di suscitare una profonda riflessione sui dettagli della natura, così forte e maestosa ma al tempo stesso attenta e delicata nelle sue più svariate forme. Una riflessione che sembra anche rievocare la vita umana: i particolari batuffoli con semi, dal titolo Due forme permeabili, appaiono infatti metafore di nuclei vitali, i sottili fiori d’albero (come per i filamenti di crine e d’erba in Piccolo lavoro di crine e Quattro forme permeabili) sono legati, intessuti fra loro come accade nelle relazioni fra persone, vere e proprie reti sociali.


Zwei durchlässige Formen (due forme permeabili), (2010), courtesy Galleria Oredaria

Guardando queste piccole opere si scorge una perfetta maestria ‘natural-manifatturiera’, se così si può definire, con i dettagli che costringono lo spettatore a soffermarsi più del tempo dovuto. Al tempo stesso, però, il piacere spirituale che si crea nel guardare tanta 'naturale' grazia decorativa, si accompagna ad un familiare senso di caducità, che in un lavoro così delicato e apparentemente fragile, emerge impetuosamente, quasi l’opera dovesse distruggersi con un soffio e volatilizzarsi da un momento all’altro. Quale se non questa, dunque, la più poetica e raffinata metafora esistenziale? Attraverso queste piccole ‘porzioni di vita’ si manifesta, dunque, un particolare interesse per lo scorrere del tempo, per il rapporto fra l’uomo e il Suo tempo. E il visitatore non può che rimanere colpito da tale energia, grazie anche all’attenta disposizione delle opere nel percorso espositivo.


Kleiner Kubus, (piccolo cubo), (2010), courtesy Galleria Oredaria

Gli elementi naturali sono stati decontestualizzati dal loro luogo di nascita, l’ambiente vegetale, e qui ricontestualizzati, posti alle pareti come germogli o come ragnatele nascoste negli angoli che spontaneamente crescono e si formano sugli alberi; altri, posizionati sui piani, senza alcun tipo di protezione esterna, rievocano da un lato piccole costruzioni, come capanne tribali che giacciono affianco e dall’altro il sistema espositivo tipico dei giardini botanici, silenziosi luoghi di ‘culto’ per appassionati. Il tutto si completa di dipinti floreali su carta e di un’installazione di più grandi dimensioni. Inoltre, la scelta della galleria di non realizzare didascalie esplicative a vista, enfatizza in questo caso il senso intimo, profondo e riflessivo che le opere di Christane Löhr intendono comunicare.

Giorgia Salerno


Christiane Löhr. Dilatare lo spazio
dal 2 dicembre 2010 al 5 febbraio 2011
Galleria Oredaria Arti Contemporanee, via Reggio Emilia 22-24
- Roma
www. oredaria.it

 


 

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