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Le stanze di Pulfer


Die Kammern des Zustands
, 2011, particolare dell’installazione, Courtesy Fondazione Pastificio Cerere

Un percorso attraverso cinque tempi che sono stati d’animo – 'zustands' − ma anche tappe del processo creativo, sviluppato attraverso un doppio dialogo: Reto Pulfer si interroga alla ricerca della forma con cui esprimere le sue istanze creative e interroga l’arte, intesa come materialità (gli strumenti, i materiali) e come tradizione linguistica (le relazioni con artisti e correnti del XIX secolo).

Stanza ‘zero’. Piccoli quadri alle pareti illustrano il percorso espositivo. È il momento della progettualità e della razionalità. L’artista si pone di fronte allo spazio e da lì parte per interagire con l’ambiente.

Stanza uno. Gli stati d’animo cominciano. Una struttura in plexiglass occupa il centro dell’ambiente, mentre un telo color canapa chiude il soffitto. Nel piano orizzontale intermedio si scorge una massa di silicone che avvolge sassi e conchiglie. Al piano superiore sono sparsi  granelli di sabbia. Sono queste le materie che Pulfer sceglie per la sua installazione. Vengono messe in ‘mostra’ attraverso una teca che le rende totalmente visibili , ma che le isola.


Die Kammern des Zustands
, 2011, particolare dell’installazione, Courtesy Fondazione Pastificio Cerere

Stanza due. Parlare (lo stato delle cose). A terra sono poggiate strutture a X in legno, sui cui sono state tracciate parole con pennellate nere. L’atmosfera è calda, i teli arancioni che morbidamente creano lo spazio delle parole evocano un ambiente uterino. Nel processo creativo è fondamentale strutturare l’espressione, scegliere i vocaboli, che sono il punto di incontro tra il segno e il contenuto. La riflessione in atto nella stanza rimanda alle ricerche dell’arte concettuale.

Stanza tre. Un momento di espressione. Le pareti sono ricoperte di cartone giallo e azzurro attraversato da pennellate libere che creano movimenti circolari. Al centro una struttura in legno su cui poggiano colori e arnesi suggerisce il tavolo del mestiere. L’ambiente è luminoso e dinamico. Si respira l’eco della gestualità libera e volutamente irrazionale degli espressionisti astratti.

Stanze quattro. Concentrazione. La stanza sfrutta l’architettura reale dello spazio. Nella parete di fondo grandi ritagli di stoffa restituiscono una forma a T. Una maglietta, un riferimento all’Eurasia di Beyus, o più semplicemente l’incontro tra il verticale e l’orizzontale, tra lo spirituale e il terreno? L’opera risale al 2009, mentre la tela sulla parete di sinistra è stata realizzata in occasione della mostra e richiama le Estroflessioni di Castellani. Appena più in basso sono sparsi a terra frammenti di ceramica e sassolini.


Die Kammern des Zustands
, 2011, particolare dell’installazione, Courtesy Fondazione Pastificio Cerere

La ‘messa in scena’ dell’atto creativo realizzata da Pulfer, così satura di suggestioni e rimandi, vuole colpire emotivamente il pubblico e sottolineare nel contempo un background artistico sicuramente colto. L’intervento del giovane artista svizzero raggiunge i due obiettivi, ma l’opulenza di significato è anche sinonimo di una maturazione artistica ancora in atto.

Eleonora Capretti


Die Kammern des Zustands
a cura di Vincenzo De Bellis

dal 29 aprile al 30 giugno 2011
Fondazione Pastificio Cerere, Via degli Ausoni 7 - Roma

www.pastificiocerere.com

 

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