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Avvolti dal Rothko


No. 12 (1951)

La retrospettiva su Mark Rothko, curata da Oliver Wick, e visibile a Palazzo delle Esposizioni, costituisce un’occasione unica per poter osservare da vicino più di cento opere dell’artista che si pone all’origine della cosiddetta color field painting (pittura del campo cromatico). 
Nelle prime sale sono esposti dipinti di piccole dimensioni dai quali traspare l’influenza della pittura rinascimentale italiana e nei quali l’artista crea un effetto simile all’affresco, attraverso una preparazione in gesso, come è possibile osservare in Entrance to Subway. Molto affascinanti  sono anche i dipinti della fase surrealista, credo sconosciuta ai più, in cui è possibile, a mio avviso, notare una vicinanza con le opere di Matta e Mirò.  Nei lavori più maturi, realizzati negli anni Cinquanta su tele di grandi dimensioni, l’artista costruisce l’impressionismo integrale informale, attraverso una superficie avvolgente e non dominabile. Rothko sceglie di dipingere su tele di grandi dimensioni, in quanto lo spettatore, di fronte a un piccolo dipinto, ne resta sempre fuori, mentre un grande quadro stabilisce un contatto immediato, lo coinvolge. 
Non credo dunque sia troppo azzardato pensare alle opere di Rothko come la trasposizione visiva del pensiero di Wittgenstein, secondo cui  comprendere vuol dire “stare dentro”, “sentire”, “vedere attraverso”: stare dentro il colore e vedere attraverso esso sè stessi. Lo spettatore, infatti, se in un primo momento sta con lo sguardo fisso sul dipinto a chiedersi cosa esso rappresenti, in un secondo momento, non vedendo nient’altro che colore, è costretto a ripiegarsi su sè stesso e a riflettere sulla propria condizione esistenziale. Così se in un dipinto come Untitled del 1947 si prova un senso di positività, nelle ultime tele esposte, che sono anche gli ultimi dipinti realizzati dall’artista, i Black on Gray, lo spettatore prova inquietudine, perdita, vuoto, assenza. 
Il forte impatto visivo sul visitatore è ulteriormente accentuato dalla disposizione delle opere, possibile grazie alle ampie sale di cui dispone il Palazzo delle Esposizioni, riaperto dopo cinque anni di lavori di restauro.  Interessante e ancora più suggestiva sarebbe stata la disposizione di una sola tela per ogni singola sala così da creare un rapporto ancora più intimo tra opera e osservatore.

Carmela Rinaldi


 

Mark Rothko
a cura di Oliver Wick
dal 6 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008
Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale 194 - Roma
www.palazzoesposizioni.it

 

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