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Edith Schloss. Divini e Mortali

Nella cornice della storica Galleria Giulia, da qualche anno ubicata in via della Barchetta 13 (angolo via Giulia), si trovano esposti, fino al 22 gennaio 2010, gli ultimi lavori di Edith Schloss: oli su tela e acquerelli appartenenti al periodo 2007-2009.  L’artista tedesca si è formata nell’ambiente dell’Action Painting di New York (accanto a Willem de Kooning, Joseph Cornell, Fairfield Porter e Philip Guston) e dal ’62 ha proseguito la sua ricerca pittorica a Roma (dove stringe amicizia con Cy Twombly, Giulio Turcato, Paul Klerr e Peter Rockwell), città nella quale risiede stabilmente, affiancando alla produzione artistica l’attività di   critico su quotidiani e riviste d’arte.  La Schloss affronta nelle sua opere, erudite e sensibili, tematiche che vanno dal sacro al profano, rese tutte nell’immediatezza di un tocco fresco di colori e segni luminosi.  Edith Schloss, che potremmo definire una giovane novantenne, porta nella sua pittura tutta la sua esperienza con un’acuta e sempre rinnovata curiosità per il mondo che la circonda e per l’esplorazione di un immaginario  vivificato da continui riferimenti a figure mitiche, elementi simbolici, storie antiche. Questo interesse per i paesaggi e per la cultura si traduce in pittura con una certa naturalezza e vivacità esecutiva. Come indicato nel catalogo, il cui testo è di Toni Maraini, l’arrivo a Roma ha un valore profondo e decisivo nella vita dell’artista e segna in qualche modo il suo avvicinamento interiore alla cultura del Mediterraneo: quel luogo che si identifica col mare, la luce, il sole e l’orizzonte ma che è anche pathos, storia, origine. “Hellespont”, che rende omaggio all’antico Ellesponto, stretto di mare a metà tra Occidente e Oriente, è una festa del colore e della luce. I Luoghi, la loro storia, identità possono essere interpretati attraverso una lettura del colore. I quadri, composti nell’immediatezza e spontaneità del gesto, sono in realtà frutto di un lavoro meditato a lungo, preceduto da una serie di disegni, attente letture, ricerche e osservazioni. Il risultato raggiunto è dirompente ma allo stesso tempo i lavori della Schloss comunicano leggerezza e armonia, la sensazione dinanzi alle sue opere è quella di un “soffio che vibra”. Nel ’73 Turcato definiva coś la pittura della Schloss: “superfici dipinte velocemente con immediata freschezza, macchie vivide che fanno scoprire e definire una visione primigenia, percezione di una natura ancora pura e meravigliata”. Questa lettura è ancora valida dato che esprime il principio alla  base della pittura della Scholls: la continua ricerca di una visione meravigliata, priva di preconcetti e schemi. Sia nei dipinti che negli acquerelli la rapidità del gesto fa ś che il colore si sciolga libero sulla superficie e il segno, leggero, si aggrovigli per esprimere la visione di quella che Maraini definisce una  “empedoclea danza cosmica”.  Si scorgono, tra i colori e segni aggrovigliati, silhouettes egizie o etrusche, segni e indizi arcaici che partecipano alla gioia espressa dalle opere attraverso il colore ed esprimono gioia di vivere e sete di conoscenza. L’opera nasce a partire dal colore e dal segno: è un pensare attraverso il colore che suggerisce percorsi interiori, riflessioni, visioni del mondo e della natura.  “Eos over the deep” è un omaggio alla mitica figura greca dea dell’Aurora, madre dei venti e delle stelle, sorella di Elio (dio del sole) e Selene (dea della luna). Nello spazio bianco della zona alta del dipinto dei segni di colore rosso-violetto disegnano un’astratta figura (probabilmente Eos) che sorvola al di sopra di macchie e altri segni colorati su cui primeggiano più ampie macchie di colore dalle tonalità più scure (blu e violetto). L’opera rappresenta il momento che precede il passaggio dalla notte al giorno in cui Eos annuncia l’alba. L’acquarello “Hero e Leader 7”, di piccoli dimensioni, è caratterizzato da pochi segni essenziali. Su uno sfondo bianco delle sgocciolature di colore (blu, verdi, violetto, rosso) diventano segni che delineano astratte figure. L’opera è colma di grazia e poesia e fa riferimento alle figure di Ero (sacerdotessa nel tempio di Venere) e Leandro (mortale innamorato e ricambiato da Ero) che morirono nel mare dell’Ellesponto ognuno nell’intento di raggiungere l’altro sfidando per amore il proprio destino. A questo tema si riferiscono una serie di acquerelli in mostra, tutti diversi l’un dall’altro per composizione, segno e colori. È una mostra da non perdere, consigliata a tutti gli appassionati del “bello” e del colore, in una galleria che ha fatto sempre scelte di qualità e che questa volta ci propone un’artista che ha attraversato uno dei periodi dell’arte del novecento tra i più interessanti e innovativi ma che guarda al futuro con l’occhio sensibile e moderno di chi tanto ancora vuole scoprire e sperimentare.

Ida Tricoli


 

Divini e mortali - Edith Schloss

a cura di Galleria Giulia e Toni Maraini

dal 3 dicembre 2009 al 23 gennaio 2010

Galleria Giulia, via della Barchetta 13 - Roma

www.galleriagiulia.com

 

 

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