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Davide Orlandi Dormino Quel che resta – memoria necessaria

La galleria Dora Diamanti Arte Contemporanea di Roma presenta la personale di Davide Orlandi Dormino, un giovane artista dalla personalità poliedrica, uno di quelli (rari) che se lo conosci non lo dimentichi, se non altro per la sua ‘adrenalinica’ e contagiosa voglia di fare e di sperimentare. Durante la sua non breve carriera Davide si è cimentato in molti generi, dalla pittura alla scultura, fino ad approdare alla performance, rivelando coś un serbatoio di idee illimitato ed un approccio realmente ‘contemporaneo’ all’arte visiva, che mescola sapiente tecnica ad originalità, rivolgendo particolare attenzione alla ricezione di un messaggio ‘aperto’ a chi è partecipe di questa nostra età. Entrata nella prima sala, un monito della coscienza pareva echeggiare nell’aria, una voce lontana, quasi soffocata, mi è sembrato dicesse ‘ vedi, questo è  quel che resta  ’. Due fogli di carta, stropicciati, sul pavimento; il contrasto è netto: il freddo candore di quelle pagine ed il calore avvolgente della terra (qui evocatami dal bruno  parquet  ). Lo spazio vuoto intorno e la disposizione  random   dei due fogli, lascia immaginare un luogo ora desolato, su cui ha soffiato un forte vento, cancellando (quasi) tutte le tracce di chi era passato di ĺ. Poi con occhio curioso mi sono inginocchiata per osservare da vicino quegli oggetti a terra, accorgendomi che la leggerezza provata al primo sguardo non era altro che sorprendente illusione, dal momento che il materiale utilizzato per l’installazione era pietra, qui scolpita con grande cura, tanto da simulare la realtà. L’immagine che ho di fronte descrive le tracce mute di cị che  è stato   dimenticato, e come in un libro a cui hanno strappato le ultime pagine o cancellato tutte le parole, diventa ora impossibile comprenderne il senso. Sulla ‘carta’ infatti non si legge nulla, ma ho come l’impressione che sia proprio questa mancanza l’oggetto dell’intera riflessione: chiunque ha la possibilità di ‘ri-leggere’ le proprie esperienze, di evocare memorie passate e di riappropriarsi della sua storia. In quelle pagine si nasconde un archivio della memoria collettiva come fonte di conoscenza individuale, al quale tutti possono accedere. Ś, ma come? La risposta si fa chiara scendendo al piano inferiore della galleria, dove si trova la seconda installazione scultorea, una vasca di ferro colma di liquido, in cui l’artista ha immerso alcune ‘pagine’ che, come i negativi di una foto, attendono di essere sviluppate; nel contempo lo stesso liquido le preserva dall’oblio altrimenti certo, perché la  memoria è necessaria   per non dimenticare chi siamo stati né dubitare su chi saremo. Una mostra vivamente consigliata ad animi inclini alla riflessione ma che non sanno rinunciare al colpo di scena.

Marta Brunori


Quel che resta – memoria necessaria - Davide Orlandi Dormino

a cura di Micol Di Veroli

dal 7 maggio al 13 giugno 2009

Diamanti Arte Contemporanea, Via del Pellegrino 60 - Roma

www.doradiamanti.it

 

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