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Futurismo Manifesto 100x100

Appena entrati nel padiglione sinistro del Macro Future, attraverso una cornetta telefonica collegata a un monitor è possibile interagire con la ricostruzione digitale del volto di Marinetti. Un software di riconoscimento del suono permette di comunicare con il personaggio virtuale: se si ha la fortuna di porre una domanda che contenga una parola chiave identificabile dal programma, Marinetti risponde e spiega i concetti chiave del Futurismo.  “Noi porremo lo spettatore al centro del quadro”: questa è l’idea alla base del manifesto tecnico della pittura futurista e anche il motivo ispiratore di una mostra ben realizzata e che riesce nell’intento inseguito dal curatore di “massaggiare il muscolo atrofizzato dello spettatore”. Prima di essere immersi nell’ambiente principale, si attraversa un passaggio stretto: sulla parete a destra sono presenti 33 piccoli monitor che propongono le foto d’epoca e le voci lontane (in alcuni casi originali) dei maggiori personaggi del movimento; sulla sinistra è esposta la lampada di moschea che si trovava nel salotto arabo di Marinetti, dove è stato elaborato il Manifesto del 1909.  Un’esposizione che ha come oggetto principale i manifesti programmatici del movimento futurista corre il rischio di essere didascalica e poco comunicativa, non potendo fare leva sulla capacità espressiva delle opere. Le videoinstallazioni del primo ambiente superano felicemente il pericolo insito nella mostra, perché estrapolano dai testi le idee chiave dell’avanguardia, rendendole tangibili e fruibili.  Al centro del percorso sono esposti i manifesti storici, mentre sulle pareti e sul pavimento una videoinstallazione aperta, senza inizio né fine, propone in modo continuo le frasi portanti estratte dalle dichiarazioni programmatiche dei futuristi, le opere dinamizzate virtualmente come la Bambina che corre sul balcone di Balla, alcune ricostruzioni virtuali dei progetti architettonici e urbanistici che rappresentano forse il momento massimo dell’elaborazione teorica dei futuristi, pur rimanendo solo sulla carta. Parole e immagini in libertà concretizzano attorno allo spettatore le idee basilari dell’avanguardia, mescolando a 360° i diversi linguaggi artistici. Un’esposizione “totale” dove letteratura, pittura, teatro, scultura, architettura, danza e altre forme di espressione si ritrovano unite nelle multiproiezioni: la colonna sonora della mostra, curata da Daniele Lombardi, è infine  ispirata alle composizioni musicali futuriste e contribuisce in maniera complementare a creare l’atmosfera di totale immersione del primo ambiente.  Nel secondo spazio, più statico, sono esposti altri manifesti, riviste e libri; usciti dal caos soverchiante della prima sala, ci si pụ infine soffermare a leggere, assorbendo gli stimoli ricevuti. In totale i manifesti selezionati sono cento, come gli anni trascorsi dal Manifesto del 1909.  Nel piccolo spazio finale è inoltre possibile vedere alcuni documentari proiettati in modo continuo: il primo sul Futurismo, il secondo sulla concezione della metropoli futurista (vincitore di numerosi premi), il terzo sul Boccioni futurista, con una bella ricostruzione in 3D dei suoi dipinti e il raffronto tra le prime versioni di alcune opere e quelle realizzate dopo l’incontro con il cubismo.  A completamento del suggestivo percorso proposto al Macro Future, Micaela Cini ha inoltre realizzato l’allestimento della versione virtuale di  Futurismo Manifesto 100x100 su Second Life: il giorno dell’inaugurazione della mostra, Mexi Lane, avatar della curatrice Marina Bellini, ha accompagnato i visitatori a bordo di una navetta negli ambienti espositivi simulati: su You Tube è possibile vedere il video che propone alcuni momenti del percorso vissuto su Second Life.

Eleonora Capretti


Futurismo Manifesto 100x100

a cura di Achille Bonito Oliva

dal 21 febbraio al 17 maggio 2009

Ex Mattatoio Macro Future, Piazza Orazio Giustiniani 4 - Roma

www.macro.roma.museum / www.futurismomanifesto.it

 

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