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“For myself the past is the source”

Dopo 20 anni le opere di Cy Twombly tornano a Roma con una splendida retrospettiva che partita dal Tate Modern, passando per il Guggenheim Museum di Bilbao, approda qui a Roma, presso la GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna). Una carrellata di opere tra tele, sculture e disegni, scelte dal curatore della mostra, Nicholas Serota, in stretta collaborazione con il Maestro. Artista complesso, che alcuni lo definiscono “impenetrabile”, la sua arte è una fusione di surrealismo ed espressionismo astratto, affondando le sue radici nel classico. Sicuramente una descrizione un po’ stringata per un’arte molto colta, che attraversa la storia dell’uomo  prendendo in esame pensieri e opere di grandi quali Raffaello, Poussin, Catullo a Rilke e Seferis.  Fondamentali furono i viaggi, Cy Twombly inizia a viaggiare in Europa con Robert Rauschenberg. Le tappe sono Francia, Spagna e Marocco. Twombly è in Italia nel ’52, e subito dopo è in Nord Africa.  Dal 1957 l’artista vive in Italia, nel ’58 insieme a Franz Kline espone presso La Tartaruga a Roma. Subito esplode l’amore per Roma e per la sua architettura, sin dal primo viaggio con Rauschenberg. Alla fine Rauschenberg se ne va, Twombly invece torna per restare a lungo. Il primo quadro dipinto a Roma nell’estate del ’57 è “Olympia”. Twombly reinterpreta il mito trasformando le figure mitologiche in corpi di colore.A Bacco dedica tre dipinti del 2005, e poi “Apollo e l’artista”, “Marsia e l’artista, opere pregne di significati, in cui si alternano grafismi (parole, numeri, operazioni) a grumi di colore. Con “School of Athens” (1961), l’artista riprende l’affresco di Raffaello nella Stanza della Segnatura in Vaticano , che rappresenta il sistema della filosofia occidentale con Platone che leva l’indice verso il cielo (la trascendenza) e Aristotele che apre la mano verso la terra (l’immanenza): Twombly traccia le conseguenze del percorso dei due gesti verso l’alto e verso il basso, rendendo indistinguibili i due filoni culturali. I grafismi che spesso e volentieri inserisce nelle opere quasi sempre non portano alcun significato, o meglio rappresentano la volontà dell’artista di far leggere la non leggibilità della scrittura, che resta “segno”. Al contrario peṛ dell’action painting Twombly non ha mai fatto rumore, non ha rilasciato molte dichiarazioni, ecco perché è ancora coś difficilmente decifrabile.  Molti hanno ritrovato come tratto distintivo dell’arte di Twombly la leggerezza, sensazione che emanano sia le pittura che la scultura. La serie “Quattro stagioni” è un esempio stupendo, non solo si leggerezza ma del connubio tra segno e colore unendo i due linguaggi principali dell’artista. Nella scultura il biancore accentua la leggerezza delle opere che svettano verso l’alto o si sciolgono come gelato sul piedistallo…

Chiara Ciucci Giuliani


Cy Twombly

a cura di Nicholas Serota, Direttore generale Tate Modern

dal 5 marzo al 24 maggio 2009

GNAM - Galleria Nazionale D'Arte Moderna, Via delle Belle Arti 131 - Roma

www.gnam.arti.beniculturali.it

 

 

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