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“Insana geometria”

La Galleria pH7 di Roma espone Achille Perilli con “Geometrie d’invenzione”.  La mostra segue a distanza di due anni l’eposizione omonima di opere su carta, diversificandosi dalla precedente per la presenza esclusiva di tele, a tecnica mista, di misure che oscillano da 50x50cm a 81x65cm, adeguate alla misura della piccola Galleria che le ospita.  Mi piace citare Luciano Caprile per “definire” le opere di Achille Perilli come un’ “insana geometria”, poiché sotto il dispiegamento coś logico e ordinato di piani che si dispiegano lo spettatore viene catturato da un rosso vermiglione, o un blu elettrico, o un verde prato accecanti, racchiusi in piccoli quadratini, che risaltano e allo stesso tempo sprofondano in un fondo che non è mai solo sfondo ma spazio in cui le sue “architetture” si librano regalandoci un perfetto “falso gemetrico” quale egli stesso si definisce. Ovviamente il passaggio dalla carta alla tela modifica la percezione dell’opera, ma le campiture piatte che caratterizzano i lavori del Maestro non divengono mai scontate e trovano un loro senso d’esistenza combinate a delle geometrie sempre ambigue e per questo uniche nel loro genere.  Cị che vediamo ad un primo sguardo cambia al secondo ritraendosi, ripiegandosi, aprendosi e spostando  l’osservatore all’interno di una dimensione altra in cui la bidimensionalità della tela si scioglie affogando nei piani e nei colori puri.  Da non sottovalutare la grande importanza che l’artista dà alla nominazione delle opere, da “Ardore rosso” a “Il rancio racido” a “Assurdo miele”, contorce la parola, l’abbina in modo totalmente insolito un aggettivo al sostantivo rendendo il “titolo” parte integante dell’opera e non semplice addizione. Spesso crea delle serie modificando solo una vocale o una consonante all’interno della parola, ancora destabilizzando e trasportando lo spettatore nella sua dimensione, e perché no, anche divertendolo.  Molto innocentemente cerco sempre di “montare”, come fossero scatole colorate, le opere di Perilli nella mia mente e renderle coś finalmente tridimensionali, finalmente funzionali, ma un attimo dopo mi accorgo che lo sono già.  È un vero e proprio processo generativo quello che Achille Perilli attua da tutta la sua vita, non dà mai importanza ad una singola opera ma alla continuità del processo creativo,  per cui ognuna è il prima e il dopo dell’altra, operando sulla continuità e sulla perseveranza di alcuni elementi distintivi, strutturali del suo lavoro, che lo rendono un artista indistinguibile e Maestro di fama internazionale.  Purtroppo la mostra è in dirittura d’arrivo, quindi se siete nei pressi di Piazza Navona non esitate ad andare a gustare questo piccolo assaggio di Achille Perilli.

Chiara Ciucci Giuliani


Geometrie d'invenzione

curatori Massimo Riposati, Mario Iannelli

dal 23 maggio al 14 giugno 2008

pH7 Art Gallery, via della Scrofa, 46 - Roma

www.ph7artgallery.it

 

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