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Giacomo Costa. Postnatural


Giacomo Costa (Firenze, 1970) lo abbiamo già incontrato alla Biennale di Venezia lo scorso anno, dove nel Padiglione Italia presentava i “secret garden”, giardini incantati che con le loro foglie e arbusti circondano edifici abbandonati e in disuso...

Negli ultimi lavori presentati alla galleria Emmeotto, troviamo alcuni “garden”, scenari tridimensionali di denuncia. La sua poetica infatti si concentra sul paesaggio urbano contemporaneo in cui la natura diventa protagonista, una riflessione sulla nostra contemporaneità proiettata nel futuro.



Giacomo Costa, Arena 3 (2010)

Accanto a questi lavori, l'artista affianca edifici che hanno a che fare con l'uomo: arene “incastrate” nella natura (sempre presente) che danno l'idea delle città a venire.
La non presenza dell'uomo fa presagire un futuro in cui la natura prenderà il sopravvento e parlerà di e per se stessa. Scenari desertici, in cui l'uomo non può fare più nulla, deve lasciare che il destino faccia il suo corso.
Le visioni dell'artista vengono proiettate in queste grandi immagini rettangolari da cui lo spettatore viene totalmente assorbito.
La sensazione che si ha guardando le opere di Costa è una perdita di percezione del reale, una dimensione fantascientifica, un mondo altro.
Postnatural è un lavoro metaforico, dove l'artista immagina gli esiti e le conseguenze dei  comportamenti umani.


Giacomo Costa, Garden (2010)

Costa parte dall'idea di Post Human, l'importante mostra ideata da Jeffrey Deitch, che nel 1992 segnò un punto di svolta nell'arte contemporanea, anticipando la tendenza alla modificazione e alla dissoluzione del corpo. Post Human indica un nuovo modo di leggere il mondo alla luce della fine dell'umanesimo e all'alba di una nuova era, in cui le biotecnologie stanno trasformando l'uomo.
Lo stesso Deitch affermò: “Sento che stiamo cominciando una straordinaria rivoluzione nel modo in cui gli esseri umani vedono se stessi. La convergenza tra le rapide evoluzioni nella biotecnologia e nella scienza dei computer e la rimessa in discussione dei ruoli sociali e sessuali tradizionali potrebbe condurre a una nuova definizione della vita umana”.
Sono passati molti anni e la tecnologia si è evoluta. Rimane da chiedersi: arriveremo alla fine dell'evoluzione naturale per finire in quella artificiale?


Simona Merra


 

Giacomo Costa - Postnatural
a cura di Valerio Dehò
dal 6 maggio al 30 giugno 2010
Galleria Emmeotto, Via Margutta 8 - Roma
www.emmeotto.net

 

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